I nostri pensieri divengono il nostro mondo. Noi diventiamo ciò che pensiamo. Questo è l'eterno mistero. (Maitri Upanisad)

mercoledì 31 agosto 2011

meditazione universale della luna piena













meditazione universale - per l'Italia ore 21 - date dei pleniluni:

lunedì 12 settembre 2011

mercoledì 12 ottobre 2011

giovedì 10 novembre 2011

sabato 10 dicembre 2011

lunedì 9 gennaio 2012

martedì 7 febbraio 2012

giovedì 8 marzo 2012

venerdì 6 aprile 2012

domenica 6 maggio 2012

lunedì 4 giugno 2012

martedì 3 luglio 2012

giovedì 2 agosto 2012

venerdì 31 agosto 2012       

giovedì 25 agosto 2011

sivananda, prima lezione: lo yoga e i suoi obiettivi














La filosofia Yoga è uno dei sei sistemi della Filosofia Hindu, fondatore della filosofia Yoga fu Patanjali Maharishi, che non fu solo un Filosofo e uno Yogi ma anche un medico. Si dice che abbia vissuto trecento anni prima di Gesù Cristo. Patanjali definisce lo Yoga come la sospensione di tutte le funzioni mentali. Come tale, qualsiasi libro sullo Yoga che non tratti questi tre aspetti, e cioè: la mente, le sue funzioni, e il metodo per sospenderle, può essere in sicurezza messo da parte come non affidabile e incompleto. La parola Yoga viene dal sanscrito “Yuj”, che significa “unire”. Yoga è la scienza che ci insegna il metodo di unire l’anima individuale con l’Anima Suprema. E’ la fusione della volontà individuale con la Volontà Universale. Yoga è quell’inibizione delle funzioni della mente che conduce alla dimora definitiva dell’anima nella sua stessa vera natura di Gloria Divina e Divino Splendore. E’ il processo tramite il quale lo Yogi stabilisce l’identità dell’anima individuale con quella dell’Atman. In altre parole, l’anima umana è portata alla comunione cosciente con Dio. Lo Yoga è la Scienza delle scienze che sgroviglia l’anima individuale dal mondo fenomenico degli oggetti dei sensi e la connette all’Assoluto, i cui attributi sono: Infinita Beatitudine, Suprema Pace, Conoscenza Infinita e Gioia Ininterrotta. Lo Yoga è quello stato di pace assoluta nel quale non c’è né immaginazione né pensiero. Lo Yoga è il controllo della mente e delle sue modificazioni. Lo Yoga ci insegna come controllare la mente per raggiungere la liberazione. Ci insegna come trasmutare la natura non rigenerata per raggiungere lo stato di Divinità. E’ la completa soppressione della trasformazione della mente in oggetti, pensieri, ecc. Lo Yoga uccide qualsiasi sorta di dolore, miseria e tribolazioni. Vi dà la libertà dai cicli di nascita e morte, e dai loro concomitanti mali di malattia, vecchiaia, ecc.. e conferisce su tutti voi i Poteri Divini e la liberazione finale tramite la coscienza superintuitiva. La parola Yoga si può inoltre applicare nel suo senso secondario ai fattori dello Yoga, cioè addestramento di sé stessi, allo studio, alle differenti azioni e pratiche che costituiscono lo Yoga; perchè conducendo al completamento dello Yoga, come tali indirettamente conducono all’emancipazione. L’Unione con Dio è l’obiettivo  della vita umana e questo dovrebbe diventare il metro di paragone di tutte le imprese umane. Questo è tutto l’essere e tutto il fine dell’esistenza. Equanimità è Yoga. Serenità è Yoga. Destrezza nell’azione è Yoga. Controllo della mente e dei sensi è Yoga. Nella vita, ogni cosa tramite la quale il meglio e il superlativo può essere raggiunto è anche Yoga. Lo Yoga, così, è onnicomprensivo, onnipervadente, universale nella sua applicazione, e conduce allo sviluppo a tutto tondo di corpo, mente e anima. L’obbiettivo dello Yoga è indebolire quelle che sono chiamate le cinque afflizioni. Le cinque afflizioni sono Ignoranza, Egoismo, Attrazione, Repulsione e l’istinto di autopreservazione (o attaccamento alla vita del corpo). L’Ignoranza è il suolo fertile che produce un abbondante messe di tutto il resto. E’ solo in conseguenza dell’ignoranza che l’egoismo si è manifestato. Ovunque ci sia egoismo, là invariabilmente esistono attrazione, repulsione e il resto, fianco a fianco. L’attaccamento alla vita del corpo o paura della morte nasce unicamente dalle attrazioni. Non è altro che attaccamento. L’Egoismo è una speciale forma di ignoranza. La mente si attacca ovunque ci sia piacere. Se alla mente piace il melograno, si attacca a questo frutto, poiché deriva piacere dal mangiarlo. La mente corre dietro a cose a cui sono state associate esperienze gradevoli nel passato. Questo è l’attaccamento (attrazione). La mente fugge dagli oggetti che le hanno causato dolore. Questa è repulsione. Questi sono tutti i difetti dell’uomo. Il mondo non può mai ferirti. I cinque elementi sono i tuoi migliori insegnanti. Ti aiutano in una varietà di modi. Le cose create dal Signore sono tutte benefiche. E’ solo la creazione umana che porta miseria e sofferenza. Le cinque afflizioni ti legano agli oggetti esteriori e ti riducono a una pietosa schiavitù. Queste afflizioni rimangono come tendenze anche mentre non sono operative. Queste afflizioni e tendenze possono essere attenuate da una disciplina Yogica. A causa dell’ignoranza hai dimenticato la tua primitiva Gloria Divina. A causa di questo male non sei in grado di ricordare il tuo antico status di Divino né la tua originale natura: immortale, beata, divina. L’Ignoranza è la causa alla radice dell’egoismo, dell’attrazione, della repulsione e di tutto il resto.Queste cinque afflizioni sono un grande impedimento per lo Yoga. Si ergono come ostacoli sul cammino verso la realizzazione del Sè. Ma in uno Yogi pienamente sviluppato queste impressioni e afflizioni sono bruciate in toto. A causa dell’ignoranza hai confuso il corpo fisico con il Sé e questo è tutto il tuo sbaglio. Ma è uno sbaglio veramente serio. Cambiando la tua attitudine mentale, purificando il tuo cuore e il tuo intelletto, puoi ottenere la Conoscenza del Sè. Mente, Prana, corpo e sensi sono tutti solamente strumenti. Il vero Testimone è il Sé, che è puro, immutevole, eterno, luminoso in se stesso, esistente in se stesso, contenuto in se stesso, infinito e immortale. Quando cominci ad identificarti con questo Sé immortale e onnipervadente, tutte le miserie della vita cesseranno. Attrazioni e repulsioni sono le cause che portano a compiere azioni buone o cattive. Azioni buone e cattive portano piacere e dolore. Così il ciclo delle rinascite è mantenuto da tempo immemore tramite la ruota a sei raggi delle Attrazioni, Repulsioni, Virtù, Vizio, Piacere e Dolore. Lo studente Yogico dovrebbe innanzitutto cercare di indebolire queste cinque afflizioni. Tre pratiche sono prescritte per questo proposito. Esse sono: Austerità (Tapas), Studio delle Scritture (Svadhyaya) e la Resa alla Volontà del Signore (Isvara-pranidhana). Il praticante dovrebbe avere intensa fede nell’efficacia delle sue pratiche. Allora l’energia per perseverare nelle pratiche si manifesterà spontaneamente. Allora sorgerà la vera memoria. Quando c’è memoria, allora non c’è difficoltà nel praticare la concentrazione. Se c’è concentrazione, sorgerà il discernimento. Ecco perché Patanjali dice:”Il Samadhi è il frutto di fede, energia, memoria, concentrazione e discernimento”. Per questo, per raggiungere il successo nella concentrazione, nella meditazione, e nella pratica dello Yoga, devi avere una pazienza tremenda, una volontà tremenda e una tremenda perseveranza. Tuffati nella concentrazione. Che la mente vi sia completamente assorbita. Dimentica il resto. Che l’intero corpo, muscoli, tessuti, nervi, cellule e cervello siano colmati dall’unica idea dell’Atman. Questa è la via del successo.

giovedì 11 agosto 2011

Shiva panchakshara e Shiva shadakshara stotram - le sillabe del mantra OM Namah Shivaya

















Nagendraharaya Trilochanaya
Bhasmangaragaya Maheshvaraya
Nityaya Shuddhaya Digambaraya
Tasmai Nakaraya Namah Shivaya

Mi abbandono alla sillaba NA, che è presenza reale di Shiva, dal collo avvolto nelle spire del serpente come ornamento, colui che ha tre occhi, il cui corpo è cosparso di cenere, il grande dio, eterno, puro e vestito di cielo.

Mandakini salila chandana charchitaya
Nandishvara pramathanatha Maheshvaraya
Mandarapushpa bahupushhpa supujitaya
Tasmai Makaraya Namah Shivaya

Mi abbandono alla sillaba MA, che è presenza reale di Shiva, bagnato dalle acque di Mandākinī (Gange) e profumato di pasta di sandalo; il grande Signore Shiva che guida Nandin e che è onorato con l’offerta del fiore Mandāra e di altri fiori.

Namah Shivaya Namah Shivaya Namah Shivaya

Shivaya Gauri vadanabjavaraya
Suryaya Dakshadhvara Nashakaya
Shrinilakanthaya Vrushhadhvajaya
Tasmai Shikaraya Namah Shivaya

Mi abbandono alla sillaba SHI, che è presenza reale di Shiva, colui che per il volto di Gauri è come il sole per i migliori semi, colui che ha distrutto il sacrificio di Daksa, il Signore dal collo blu, che incarna le virtù.

Vasishhtha kumbhodbhava gautamarya
Munindra devarchita shekharaya
Chandrarkavaishvanara lochanaya
Tasmai Vakaraya Namah Shivaya

Mi abbandono alla lettera VA, che è presenza reale di Shiva, che è adorato da Vasistha, dai saggi nati dal vaso, da Gautama, dai Muni, da Indra e dagli esseri divini, colui che ha il Sole, la Luna e il Fuoco come occhi.

Namah Shivaya Namah Shivaya Namah Shivaya

Yakshasvarupaya Jatadharaya
Pinakahastaya Sanatanaya
Divyaya Devaya Digambaraya
Tasmai Yakaraya Namah Shivaya

Mi abbandono alla lettera YA, che è presenza reale di Shiva, colui che può assumere ogni forma (come gli Yaksha), colui che ha i capelli intrecciati, che ha tra le mani il potente arco Pinaka, colui che è l’eterno, il divino, vestito di cielo.

Panchaksharamidam Punyam
Yah Pathe Shivasannidhau
Shiva lokam avapnoti
Shivena Saha Modate

Onorando queste lodi delle cinque sillabe, pronunciandole in presenza di Shiva, si raggiungerà la dimora di Shiva e la felicità eterna con lui.

Namah Shivaya Namah Shivaya Namah Shivaya

OM Namah Shivaya
OM Namah Shivaya
OM Namah Shivaya

OM karam bindu samyuktam
nityam dhyayanti yoginah
kamadam moksadam chaiva
OM karaya Namo Namah

Mi abbandono alla sillaba OM in unione con il bindu, sempre meditata dagli yogi, che mi porta alla piena realizzazione dei desideri fino alla liberazione.

Namanti rsayo deva
Namantyapsarasam ganah
Nara namanti devesam
Na karaya Namo Namah

Mi abbandono alla sillaba NA, cui si abbandonano i grandi saggi, cui si abbandonano le Apsara, fanciulle divine, e le schiere celesti, cui si abbandonano gli esseri umani e le divinità.

Mahadevam mahatmanam
Mahadhyanam parayanam
Maha papa haram devam
Ma karaya Namo Namah

Mi abbandono alla sillaba MA, alla grande divinità, al Sé trascendente, a colui che conduce alla meditazione, alla grande divinità che distrugge tutti i mali.

Sivam santam jagannatham
lokanugraha karakam
Sivam ekapadam nityam
Si karaya Namo Namah

Mi abbandono alla sillaba SHI, a Shiva dispensatore di pace e Signore dell’Universo, la cui mano contiene il mondo, a Shiva unica parola, all’eterno.

Vahanam vrsabho yasya
Vasukih kanda bhusanam
Vame Shakti dharam devam
Va karaya Namo Namah

Mi abbandono alla sillaba VA, a colui che ha il Toro (Nandi) come vahana, a colui che ha come ornamento il serpente Vasuki, a colui la cui parte sinistra è la dea Shakti.

Yatra Yatra sthito devah
Sarva vyapi mahesvarah
Yo guruh sarva devanam
Ya karaya Namo Namah

Mi abbandono alla sillaba YA, alla divinità che risiede in ogni luogo, che tutto pervade, Maestro di tutte le divinità.

OM Namah Shivaya
OM Namah Shivaya

Shadaksharamidam Stotram
Yah Pathe Shivasannidhau
Shiva lokam avapnoti
Shivena Saha Modate

Onorando questi versi delle sei sillabe, pronunciandoli in presenza di Shiva, si raggiungerà la dimora di Shiva e la felicità eterna con lui.

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mercoledì 3 agosto 2011

Dhyana Mudra: Mudra della meditazione










Dhyana Mudra è intimamente connesso all'idea del samadhi, il completo riassorbimento del pensiero nell'oggetto di concentrazione.
La mano destra, che rappresenta l'illuminazione, sovrasta la sinistra, che rappresenta le illusioni, dunque il mudra simboleggia il primato dell'illuminazione sul mondo delle apparenze.
Dhyana Mudra è il Mudra della meditazione, dell' illuminazione spirituale, e può essere effettuato con una o due mani; se compiuto con una mano sola sarà la sinistra, posta aperta in grembo col palmo esteso verso l'alto e che rappresenta il principio femminile della saggezza.  Perché la mano destra, che compie la gran parte dei movimenti, genera energia a dominanza maschile; la sinistra, più docile e ubbidiente, genera invece energia a dominanza femminile. Spesso questa sorregge un testo o una ciotola per l'elemosina, mentre se compiuto con le due mani questo mudra vedrà la destra riposare sulla sinistra, sempre con i palmi estesi verso l'alto.